“Il quadro delineato dall’Istat nel Rapporto annuale, desta forti preoccupazioni. Allarma la crescita della povertà assoluta che dal 2005 al 2021 è più che raddoppiata coinvolgendo da poco più di 800mila a 1 milione 960mila famiglie. Il report fotografa i rischi per la ripresa legati al prolungarsi della guerra, alla crescente inflazione, agli effetti dei cambiamenti climatici, all’acuirsi delle diverse forme di disuguaglianza. L’impatto della pandemia sul mercato del lavoro è stato impressionante considerato che il 55,5% della caduta occupazionale ha riguardato i lavoratori dipendenti a termine (-402mila rispetto al 2019), e gli indipendenti (-233mila) mentre tra gli occupati a tempo indeterminato il calo non ha superato le 90mila unità”.
Così il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone.
“La minaccia della perdita di potere d’acquisto per le famiglie a causa della spirale inflazionistica impone interventi immediati a sostegno di lavoratori e imprese volti a innescare uno schock economico senza precedenti al fine di scongiurare lo spettro di una recessione e salvaguardare la tenuta sociale del Paese”, conclude Capone.